Nel 1856, collaborando con il giornale umoristico fiorentino La Lente, si firmò per la prima volta con lo pseudonimo di Carlo Collodi. Dello stesso anno sono le sue prime opere importanti: Gli amici di casa e Un romanzo in vapore. Da Firenze a Livorno. Guida storico-umoristica. Nel 1859 partecipò alla Seconda guerra d'indipendenza, arruolandosi come volontario nel reggimento sabaudo dei Cavalleggeri di Novara. Finita la campagna militare ritornò a Firenze. Nel 1860 diventò censore teatrale. Nel 1868, su invito del Ministero della Pubblica Istruzione, entrò a far parte della redazione di un dizionario di lingua parlata, il Novo vocabolario della lingua italiana secondo l'uso di Firenze.
Nel 1875 ricevette dall'editore Felice Paggi l'incarico di tradurre le fiabe francesi più famose. Collodi non solo tradusse, ma ricreò in italiano, inserendovi una morale, un corpus di fiabe sotto il titolo I racconti delle fate, tratte dall'edizione Hachette del 1853 di fiabe di Charles Perrault, Marie-Catherine d'Aulnoy, Jeanne-Marie Leprince de Beaumont. Il volume uscì l'anno successivo.
Nel 1877 apparve Giannettino e nel 1878 fu la volta di Minuzzolo. Il 7 luglio 1881, sul primo numero del periodico per l'infanzia Giornale per i Bambini (pioniere dei periodici italiani per ragazzi diretto da Ferdinando Martini), uscì la prima puntata de Le Avventure di Pinocchio, con il titolo Storia di un burattino. Secondo il saggio di Gianni Greco Quel copione di Collodi (Pinocchio non fu il primo naso), del 2018, Collodi si sarebbe ispirato per la stesura del suo più celebre romanzo a fonti antecedenti. Nel 1883 pubblicò Le avventure di Pinocchio raccolte in volume. Dal 12 aprile di quell'anno, e fino all'8 dicembre 1886, fu direttore del Giornale per i Bambini. All'apice del successo, il 26 ottobre 1890, Collodi si sentì male sulle scale di casa mentre stava rientrando, alle 22:30. Portato nel suo letto, morì pochi minuti dopo, forse per un aneurisma, poco meno di un mese prima di compiere 64 anni. È sepolto nel cimitero delle Porte Sante.
Si è spesso parlato di un'affiliazione di Collodi alla massoneria. Il mondo massonico, in effetti, si fregia di tale presunta appartenenza dell'illustre scrittore. Tuttavia, come recentemente dimostrato da Daniela Marcheschi, curatrice della pubblicazione integrale delle opere di Collodi, non vi sono prove reali in questa direzione. Analizzando gli elenchi di affiliati e gli archivi dell'epoca, la Marcheschi ha dimostrato l'infondatezza del dato: Collodi, documenti alla mano, non è ascrivibile tra gli affiliati. Quindi, nonostante siti internet legati al mondo culturale massonico affermino una tale appartenenza, non è stata prodotta, a oggi, alcuna documentazione al riguardo.
Come illustra la Marcheschi, tutta la tesi dell'affiliazione di Collodi alla massoneria si fonderebbe su un'errata comprensione di un saluto in calce ad una sua lettera; in essa la contrazione "suo affo" è stata letta come "fratello" anziché "affezionato": tanto è bastato per costruire la storia di un "Collodi massone". Le difficoltà incontrate lungo la sua vita sarebbero inoltre conferma del fatto che l'autore non potesse contare su potenti appoggi. Nonostante certa letteratura voglia ad ogni costo trovare un messaggio massonico ed esoterico specialmente nel suo "Le avventure di Pinocchio", rimane molto più realistica quella lettura che coglie nella filigrana del testo l'intreccio di una fede cristiana con le vicende personali della vita dell'autore.
Nel 1962 è stata costituita la Fondazione nazionale Carlo Collodi che ha, tra i suoi scopi, quello di diffondere e far conoscere nel mondo le opere del Collodi, in particolare "Le avventure di Pinocchio". Con D.M. del 9 giugno 2009 è stata istituita l'Edizione Nazionale delle Opere di Carlo Lorenzini, presieduta da Daniela Marcheschi.
Altre opere di Carlo Lorenzini, pubblicate postume:
Carlo Collodi ebbe un nipote, Paolo Lorenzini (1876 – 1958), figlio di suo fratello Ippolito, che intraprese anch'egli il mestiere di scrittore per ragazzi, usando lo pseudonimo di Collodi Nipote. Scrisse, tra l'altro, Sussi e Biribissi.
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